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Il Cavallo: un aiuto importante per superare l’isolamento dell’handicap

    by Dottoressa Silvia Fumagalli

    Il cavallo è un animale affascinante, possente ma allo stesso tempo delicato ed estremamente sensibile. Ha incredibili qualità e capacità, che ne fanno uno degli animali più adatti per essere d’aiuto alle persone con handicap.

    Il cavallo è il vero protagonista della rieducazione equestre, la quale rivolge il suo intervento professionale – educativo, rieducativo, riabilitativo e sportivo – verso persone con handicap, congenito o sopraggiunto, e anche verso minori con problemi di apprendimento, di sviluppo, di comunicazione, di dipendenza e alimentari. Il lavoro svolto nella rieducazione equestre si focalizza sull’acquisizione di capacità relazionali e attentive, oltre che su quelle isiche e sull’integrazione. Quest’ultima è sostenuta dall’ambiente sportivo e naturale del maneggio, il quale favorisce l’incontro e il contatto sociale tra persone disabili e non, accomunate dall’interesse per il cavallo.
    Gli animali da compagnia svolgono anche un’importatnte ruole nei rapporti interpersonali e nella collaborazione reciproca fra le persone che li accudiscono. Vi è quindi un aiuto nel processo di socializzazione, attraverso cui l’individuo acquista progressivamentequelle abilità che gli consetiranno di interagire in modo adeguato con gli atri, così da trovare nella ” diversa abilità ” una riccheza anzichè un handicap, costruendo un’identità positiva e propositiva.

    Viene riservata una particolare attenzione all’autonomia, una delle principali esigenze della persona disabile o in situazione di difficoltà, nel tentativo di supportare il soggetto nel passaggio dalla situazione di passività, di dipendenza e di isolamento ad una in cui egli può sentirsi protagonista.
    Per una persona ” diversamente abile ” spesso il fatto di essere osservata con ammirazione è un’esperienza nuova, ed è questo quello che accade quando impara, superando paure e difficoltà, a gestire un animale imponente quale è il cavallo, utilizzando con originalità la propria diversità in un ambiente che si rivela capace di cogliere i problemi specifici e di accompagnarlo nello sviluppo e nella crescita.

    GLI OBBIETTIVI
    Gli obbiettivi sui queli si va a focalizzare la pratica equestre possono essere svariati e vanno personalizzati in base al soggetto coinvolto; citandone alcuni tra i più comuni si può parlare di una terapia che sia in contemporanea

    un’attività di socializzazione, uno sport, un divertimento, un momento all’aria aperta, liberatorio di tensioni, ed un ottima palestra per imparare a gestire ansia e rabbia.
    Si deve citare anche la possibilità di motivare l’individuo, inducendolo ad agire attivamente attraverso un nuovo polo di interesse e curiosità.
    E’ importante tenere presente le abilità psico-fisiche-attentive della persona disabile, prestando particolare attenzione allo sviluppo di: autonomia, autostima, responsabilità, comunicatività, percezione spazio-temporale, equilibrio, coordinazione e dissociazione, memoria a breve e lungo termine, concentrazione e motricità.

    IN FAMIGLIA
    Si è rivelato molto utile il supporto alle famigli di disabili o di minori con problemi, al cui interno esiste una situazione difficile, creando motivi di orgoglio e momenti di incontro, simolando e incrementando la comunicazione all’interno del nucleo familiare mediante l’esperienza proposta con l’ippoterapia.
    La nascita di un bambino portatore di handicap causa il lutto per la perdita del figlio ideale che madre e padre avevano creato, cosi come anche l’avvento di una situazione problematica o traumatica, quale un incidente o la comparsa di seri problemi . Da questa situazione è molto difficile uscirne ed affrontare la realtà in modo costruttivo, perchè in qualunque modo vi si riesca, c’è sempre l’impossibilità di confrontarsi con gli altri, con le famiglie normali.
    All’ennesima stregua un invididuo portatore di handicap o di disagio, è abituato o rassegnato a trovarsi in uno stato di bisogno nei confronti degli altri, e raramente ha sentito rivolti alla sua persona ammirazione e dipendenza.

    IL RAPPORTO COL CAVALLO
    L’equitazione invece permette alla persona di sperimentarsi e confrontarsi in una realtà molto particolare, dove impara ad accudire e gestire il cavallo, un animale di cui molti hanno un reverenziale timore, data la sua possenza, e di cui pochi hanno le conoscenze e le capacità per ” guidarlo ” e avvicinarlo. Egli quindi diventa abile ed attivo, diventa protagonista, e da lui dipende la salute del suo cavallo.
    ” Mio figlio va a cavallo ” questa frase potrebbe far esplodere d’orgoglio qualunque genitore… ed ecco che finalmente … le famiglie normali non sono più così distanti, anzi , quanti genitori possono dire la stessa cosa.

    Avendo sperimentato in prima persona la valenza di quanto ho raccontato, posso affermare che dopo dieci anni di questo lavoro ogni giorno è diverso da quello precedente e, anche se talvolta è difficile, cavalli è ragazzi mi regalano sempre nuove emozioni.

    Dottoressa Silvia Fumagalli
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